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OFIOLITE DI PIETRA NERA
Nell'ampia valle dello Stirone, ai margini meridionali del parco, spicca lo spoglio sperone roccioso di Pietra Nera, un'ofiolite che costituisce la testimonianza delle piú remote vicende geologiche dell'Appennino. Il nome dato dai geologi a queste rocce deriva dal greco ofios, serpente, e si deve al loro aspetto variegato e alla colorazione verde-nera, che ricordano la livrea dei serpenti.
Secondo le ricostruzioni basate sulla Teoria della Tettonica a Zolle, le rocce ignee e metamorfiche che costituiscono le ofioliti appenniniche rappresentano resti di materiali rocciosi che nel Giurassico formavano i fondali dell'antico Oceano Ligure, dalla cui chiusura è sorto l'Appennino. Le rocce eterogenee, in prevalenza argillose, che circondano la Pietra Nera, in affioramento anche nelle erosioni calanchive lungo il versante sinistro dello Stirone tra Trabucchi e S. Genesio, sono invece sedimenti di mare profondo che si depositarono sui fondali di questo oceano (per questo sono chiamate Liguridi).
Nel corso dell'orogenesi appenninica questi materiali, tra i quali è inglobata l'ofiolite di Pietra Nera, hanno subito traslazioni per oltre cento chilometri rispetto alle zone dI origine, subendo notevoli deformazioni. Pietra Nera venne sfruttata come cava di roccia dai Farnese; ai suoi piedi ospita un piccolo e profondo laghetto, formatosi in seguito alla scoperta di una sorgente durante i lavori di estrazione della roccia.
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