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CASTELLO DI BARGONE
Edificato prima del Mille, appartenne ai vescovi di Parma e passò nel secolo XII sotto la Signoria dei Pallavicino, di parte ghibellina. Nel 1374 fu al centro della congiura tramata da Francesco e Nicolò Pallavicino, signori di Scipione e Tabiano, contro lo zio Giacomo, signore di Bargone, e nel 1600 passò ai Farnese. La rocca, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, è situata sulla sommità di un colle e riserva non poche sorprese. Degni di nota sono la pusterla ai piedi dell'edificio, l'elegantissimo portico del cortile interno, il cui colonnato risale alla metà del 500, e il poderoso mastio che si innesta sul nucleo fortificato. Nonostante l'immagine rude e severa il castello vanta un aspetto di estrema leggiadria nell'eclettica decorazione del salone dipinto da Girolamo Magnani, "lo scenografo di Verdi", tra il 1864 e il 1884, raffigurante piccoli cammei con vedute del castello nelle varie ore del giorno e della notte e quattro paesaggi di grande effetto a rappresentazione delle quattro stagioni, associando ambienti, personaggi e animali di vari habitat.
Attualmente di proprietà privata, non è aperto al pubblico. Nei boschi dei dintorni si ritirò a vita mistica il Beato Orlando, della Famiglia Medici, a cui è dedicata la chiesetta sottostante ricostruita nel XVIII secolo.
Oggi l'edifico presenta caratteristiche settecentesche; al suo interno conserva una statua lignea del Beato Orlando, stucchi e dipinti di opera barocca e un dipinto cinquecentesco raffigurante la Vergine Maria.
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